Clipper

I Clipper hanno rappresentato l’ultimo capitolo dell’evoluzione della marineria velica, prima del sopravvento del vapore nella propulsione navale.
Ad oggi non è nota l’etimologia del termine mentre la sua origine la si fa discendere dai clipper di Baltimora (in verità inizialmente tali imbarcazioni avevano altra denominazione: il termine clipper comparirebbe intorno al 1830), piccole e sottili unità impiegate fin dalla fine del ‘700 per il commercio lungo le coste degli Stati Uniti e delle isole dei Caraibi che per la particolare forma di carena a V erano molto instabili.

L’inevitabile sviluppo di tale tipo di veliero diede origine, intorno agli anni Trenta dell’800, a quel tipo di unità navale mercantile conosciuto appunto come Clipper, velieri relativamente piccoli, in cui si privilegiava la velocità piuttosto che la capacità di carico, con forme fini, estremità stellate, in genere attrezzate a goletta o a brigantino, a volte a nave, ridotto bordo libero, forte pescaggio, poppa leggera, sezione maestra più a poppavia e una superficie velica decisamente superiore ad altre unità simili che richiedeva equipaggi più numerosi. Uno dei primi veri clipper fu Ann McKim, varato nel 1833 a Baltimora.

La leggerezza dei carichi trasportati, oppio, spezie e té, se da una parte non esigeva grandi capacità di carico, dall’altra imponeva forti zavorre per garantire buone qualità nautiche anche a forti velocità, tipicamente di 9 nodi, quasi il doppio di altri velieri. A tal proposito, dal 1843 al 1855 gli americani costruirono alcuni clipper con una ridottissima capacità di carico al solo scopo di raggiungere velocità considerate all’epoca eccezionali, definendo così una nuova classe, la extreme clipper, in grado di superare i 10 nodi (il clipper Rainbow era in grado di navigare a 14 nodi).
La velocità richiesta ai clipper non solo era necessaria per ridurre i tempi di trasporto, ma anche per potersi meglio sottrarre a contrabbandieri e pirati, particolarmente interessati ai ricchissimi carichi di oppio. Il Falcon rappresenta uno dei più famosi opium clipper, come erano indicati tali velieri.

I principali costruttori furono americani e inglesi impegnati sulle rotte commerciali tra il Regno Unito e la Cina, nel commercio transatlantico e sulla rotta da New York a San Francisco doppiando Capo Horn durante la corsa all’oro in California. Anche altre nazioni si dotarono di clipper, seppure in minore quantità, come gli olandesi a partire dal 1850, impegnati nel commercio del tè e come servizio passeggeri per Java.

Il 1843 fu l’anno di inizio del massimo sviluppo dei clipper che durerà fino al 1869 quando si verificarono alcuni eventi legati all’inevitabile progresso tecnologico: l’apertura del Canale di Suez che favorì le navi a vapore, all’epoca dotate di minore autonomia; il completamento della ferrovia First Transcontinental Railroad che rese più agevole e relativamente meno pericoloso il viaggio da costa a costa degli Stati Uniti; l’aumento dell’efficienza delle navi a vapore già iniziato tre anni prima con la SS Agamennon dopo che il Board Trade inglese ebbe concesso un aumento della pressione del vapore.

Nell’ultima fase dell’evoluzione delle navi a vela, quando già dalla metà dell’800 si stava diffondendo la costruzione in ferro, alcuni clipper furono costruiti posando il fasciame in legno su una struttura in ferro in grado di coniugare i vantaggi dei due materiali: il fasciame poteva essere rivestito con fogli di rame per una carena più pulita, anche nei lunghi viaggi nei mari caldi, vantaggiosa in termini di velocità, una opportunità impossibile su fasciami in ferro a causa della corrosione bimetallica; il telaio in ferro migliorava la resistenza complessiva e consentiva più volume interno rispetto alle strutture in legno.

Tale metodo di costruzione fu detto composito, un termine con cui oggi si indicano quelle soluzioni costruttive caratterizzate da materiali di varia natura da cui si ottengono altri materiali con più alte prestazioni. Il più famoso clipper composito è stato il Cutty Sark, ancora oggi visibile, ma non navigante, a Greenwich in Inghilterra.

L’ultimo clipper passeggeri in composito completamente attrezzato fu il Torrens, varato nel 1875, mentre i clipper con scafo completamente in ferro continuarono ad essere costruiti per il commercio di lana dall’Australia fino alla fine degli negli anni 90 dell’800.

Come riferisce lo scrittore Arthur H. Qlark nell’opera The Clipper Ship Era (pag. 347), agli inizi del ‘900 rimase in servizio attivo solo il Titania, costruito in Inghilterra, all’epoca di proprietà di Maresca di Castellammare, impegnato nelle rotte dall’Europa al Sud America.

Su wikipedia si trova una lista dei clipper che hanno solcato i mari, dal 1844 al 1891 oltre tre clipper definiti moderni, attualmente attivi, emulazione di quelli tradizionali.