Maree – note storiche e teoria dinamica

Seconda parte sulle maree con una descrizione delle principali tappe nella conoscenza del fenomeno, dalle descrizioni degli antichi greci, alla comprensione delle forze generatrici appartenenti alla cosiddetta teoria statica (ved. articolo ), per finire con la teoria dinamica che ha permesso di prevedere il decorso delle maree di un luogo a partire da pregresse registrazioni mareografiche

Maree – teoria statica

La prima teoria in grado di spiegare scientificamente l’azione della Luna e del Sole sul fenomeno delle maree si ebbe verso la fine del ‘600 solo dopo l’enunciazione della legge newtoniana sulla gravitazione universale. Tale teoria nel supporre la Terra ricoperta uniformemente dall’acqua di spessore costante e nel trascurare gli effetti dinamici dovuti alla rotazione terrestre, gli attriti e i fenomeni meteorologici è nota come teoria statica la cui importanza è quella di aver esaminato la genesi delle maree, ma non è stata in grado di fornire una previsione del fenomeno che troverà una soluzione solo due secoli più tardi con la teoria dinamica delle maree più aderente alla realtà.

tempo UTC

Si è soliti leggere che il “Tempo Universale Coordinato”, meglio noto con l’abbreviazione UTC, la scala temporale del tempo civile impiegata in tutto il mondo, sia perfettamente costante ed uniforme con il trascorrere degli anni essendo generata da un orologio atomico, diversamente dal tempo astronomico, quello collegato alla rotazione terrestre con il sole che si sposta lungo la volta celeste. In verità l’UTC è un tempo non continuo, soggetto nel tempo ad una variazione di un secondo intercalare per poter seguire da una parte il tempo atomico (TAI) e dall’altra per non trovarsi troppo discosto dal tempo astronomico UT1. Da più parti del mondo scientifico si ipotizza un UTC continuo, con una differenza costante con il TAI, eventualmente aggiungendo solo dopo “secoli” un tempo intero, in maniera simile al giorno dell’anno bisestile. Intanto i sistemi satellitari seguono, a meno di una differenza costante, il Tempo atomico.

UTC-Italia

Modelli geografici

Geodesia, topografia e cartografia sono attività strettamente correlate.

L’intento della geodesia è di rappresentare al meglio la superficie della Terra con il suo campo gravitazionale ed i relativi fenomeni fisici.
La topografia si occupa di eseguire rilievi planimetrici di limitate porzioni della superficie terrestre.
Il campo della cartografia è quello di rappresentare in piano tali superfici.
Due sono i modelli di riferimento impiegati in tali attività, il geoide e l’ellissoide, illustrati nell’articolo Modelli della Terra -­ geoide ed ellissoide .

Nell’ articolo si legge che il riferimento dei geoidi è una superficie del mare ideale ricavata, per i mari e gli oceani, dalle misure dei mareografi i cui risultati forniscono anche gli elementi idrografici delle carte nautiche come presentato nell’articolo Modelli idrografici – Chart Datum

declinazione magnetica

Con la scoperta della declinazione magnetica ebbe inizio un lungo periodo di osservazioni e studi per la comprensione del magnetismo terrestre, un fenomeno naturale non riconosciuto prima di allora

la forza di Coriolis e i suoi tanti “effetti”

Chi ha avuto occasione di apprendere anche semplici concetti di meteorologia, come quando si è dovuto preparare per l’esame di patente nautica, si è imbattuto nell’effetto di Coriolis che giustifica i particolari moti delle correnti oceaniche e delle masse d’aria e non solo, un effetto dovuto alla rotazione della Terra

Il relitto di Anticìtera – 1901

Un breve racconto che inizia poco prima di Pasqua del 1900 con la scoperta del relitto di un’antica nave e del recupero del suo prezioso carico costituito da magnifici bronzi, splendide coppe di vetro e numerosi strani frammenti metallici ben presto identificati come facenti parte di una specie di strumento, a cui fu assegnato il nome generico di Meccanismo di Anticitera, sul quale per oltre un secolo si sono applicati studiosi di varie discipline per svelarne l’originale contenuto.

Contributo della nautica: parallelogramma delle forze

Ci sono dei risultati scientifici che trovano applicazione nella pratica tecnica quotidiana e concreta con metodi che appaiono oggi profondamente acquisiti, assodati e intuitivi a tal punto da non sentire il bisogno di ricercarne una dimostrazione. É il caso della regola del parallelogramma per la composizione e scomposizione delle forze che ha ancora un ruolo importante nell’ingegneria.

Molta strada fu fatta per giungere a tale scoperta e a darne poi una dimostrazione scientifica scevra da ipotesi empiriche, sotto il forte stimolo a trovare soluzioni concrete ai problemi dovuti ad una crescente esigenza di macchine di sollevamento sempre più impegnative, mentre lo sviluppo applicativo della regola fu soprattutto dovuto all’esigenza di determinare la risultante delle forze che agiscono su un veliero.

Il metodo della mezzaluna

Si espone brevemente l’impiego del metodo geometrico della mezzaluna per ricavare la forma dei bagli di una imbarcazione tradizionale in legno e sua ripercussione sulla forma del cavallino, facendo notare alcune incongruenze da cui si comprende che ogni metodo tradizionale di costruzione può nascondere qualche imperfezione.

Evoluzione dell’accuratezza degli strumenti nautici

Nel tentativo di comprendere le leggi che regolano i fenomeni celesti, fin dall’antichità, astronomi e matematici cercarono di compiere osservazioni quanto più accurate e numerose possibili allo scopo ultimo di conoscere in anticipo i principali eventi celesti, dalle eclissi alle posizioni della Luna e dei pianeti per redigere calendari, a fini astrologici, ma anche geografici e nautici.