Cocca

Derivata da un’imbarcazione medievale delle coste del Mar Baltico, non pontata, a remi e con timone laterale, impiegata per brevi distanze, nota come kogge in olandese e cog in inglese, dallo scafo a fondo piatto nella mezzeria, vantaggioso per la navigazione anche interna, a fasciame portante a tavole sovrapposte (clinker), tipico delle imbarcazioni nordiche come i drakkar, le caratteristiche imbarcazioni dei vichinghi e come queste con le estremità alte, idonee ad affrontare le onde del mare.

A partire dal XII sec. le cocche, come erano chiamate nella lingua italiana, aumentarono di dimensioni e lo scafo venne parzialmente pontato anche con l’aggiunta di un castello a poppa (cocca incastellata) e talvolta anche a prua, sporgenti dallo scafo, una esigenza dovuta alla duplice funzione di trasporto e di difesa contro i pirati, una piaga costante su tutti i mari. Prua e poppa erano dritte, ma inclinate, il fasciame continuò ad essere a tavole sovrapposte e la propulsione, governata da un timone centrale, era garantita da una grande vela quadra armata su un unico albero centrale, sul quale poteva essere presente una coffa dove prendevano posto vedette ed arcieri. Fu l’imbarcazione (cocca anseatica) maggiormente in uso nei primi tempi della Lega Anseatica (1150-1450), l’alleanza di città del Nord Europa che nel Medioevo tenne il monopolio dei commerci in gran parte del mare del Nord e del mar Baltico. Raggiunsero lunghezze di 25 m con un dislocamento variabile tra le 40 e le 200 tonnellate, raramente 300.

I vantaggi del cog furono presto apprezzati dai Genovesi, tanto che agli inizi del ‘300 le loro galee a tre alberi con timoni laterali furono sostituite da una nuova unità navale, chiamata anch’essa cocca (inizialmente detta dai genovesi navis), che differiva dalle cocche del nord per una struttura scheletrata dello scafo, tipica dell’area mediterranea.

Con il XIV secolo, la cocca nordica aveva raggiunto i suoi limiti strutturali e fu lentamente sostituita da un altro tipo di galleggiante simile, l’hulk, che grazie ad una struttura dello scafo più robusta si sviluppò in dimensioni maggiori permettendo anche di essere dotato di due o tre alberi. Scarse sono le notizie su tale tipo di galleggiante, ma probabilmente rappresenta, insieme al nau o nao dei portoghesi e genovesi, l’anello di passaggio a un successivo veliero, la caracca.

Pochi sono i relitti di cocche (cogs) rinvenuti, tra cui la cosiddetta cocca di Brema o meglio Bremer Kogge del 1380 trovata nel 1962 a Brema nel corso dei lavori di dragaggio nel fiume Wesser ed oggi esposta al Museo Marittimo Tedesco di Bremerhaven.
Un relitto di hulk di 25-30 m del XV sec., conosciuto con il codice U34, si è invece trovato nella regione del Flatvarp in Svezia a sud di Stoccolma nel 1970.

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