Squadra zoppa e la misura della velocità di una nave

Squadra zoppa

Squadra zoppa – Particolare solcometro, probabilmente di origine olandese, costituito da tre aste disposte secondo un triangolo rettangolo in cui l’ipotenusa poteva ruotare intorno a un perno per adattare la squadra all’altezza dalla superficie dell’acqua.

Dal vertice O veniva osservata un’onda o una spuma passare successivamente sotto le visuali OAC e OBD in corrispondenza dei prolungamenti del cateto verticale e dell’ipotenusa rispettivamente. Dal conteggio dei passaggi per un periodo di 30 secondi (corrispondente a 1/120mo di ora), fornito da un apposito orologio a sabbia (clessidra), si ricavava la velocità della nave. L’inclinazione dell’asta di ipotenusa veniva stabilita in maniera che la lunghezza del tratto di misura sull’acqua fosse sottomultiplo di 1/120mo di miglio (15,4 m). La regolazione, effettuata solo una volta per quella nave, avveniva misurando prima l’altezza dall’acqua del vertice O quindi si posizionava l’inclinazione in base alle graduazioni sulle aste dei cateti. Il principio comunque è quello della similitudine dei triangoli OAB e OCD per cui a un ben definito valore di CD corrisponde una sola inclinazione dell’asta. Per poter avere valori dell’angolo al vertice O tali da consentire un’agevole lettura, CD veniva assunto pari a 1/10 di 15,4 m. In tal caso se nei 30 sec l’addetto alla misura (“al contar il camino”) osservava 35 passaggi, la nave procedeva a 3 nodi e mezzo.

Lo strumento è descritto nel libro Introduzione all’Arte Nautica del 1715 pubblicato a Venezia da Girolamo Albrizzi che ne consiglia l’uso come preferibile rispetto alla “passeretta”, più nota come barchetta, che comunque prevalse anche perché permetteva misure pure in assenza di luce.

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