Boe meteorologiche

La necessità di trovare un’alternativa alle costose navi meteorologiche spinse gli Stati Uniti a sviluppare, a partire dagli anni 50 del ‘900, una boa meteorologica da porre in sostituzione delle navi che pian piano venivano dismesse.

Furono così prodotte le NOMAD, acronimo di Navy Oceanographic Meteorological Automatic Device, boe automatizzate impiegate, in condizioni marine estreme, per il monitoraggio dei parametri meteorologici, oceanografici e della qualità dell’acqua. Costituite da uno scafo in alluminio lungo 6 metri, dalla forma simile a quella di una barca, vengono ancorate su fondali anche di oltre 3000 metri. Attualmente sono attivi per USA e Canada circa 20 unità. Alle NOMAD si sono aggiunte successivamente altre boe di tre, dieci e dodici metri di diametro, ormeggiate o ancorate e più recentemente particolari boe mobili, note come drifter, sfere di materiale sintetico del diametro di una cinquantina di centimetri, fornite di ancora galleggiante per contenere la velocità di spostamento. Tutte queste boe trasmettono i dati tramite comunicazione radio satellitare.

Ogni anno, navi oceanografiche, petroliere, aerei e persino barche a vela calano in mare qualche centinaio di nuovi drifter che vagano alla deriva in tutti i mari del mondo come si può notare dalla carta delle posizioni dei drifter a luglio del 2019.