Sperone

Nei grossi scafi in legno era una robusta struttura sporgente dalla ruota di prua e dai suoi lati, in origine sottostante il galleggiamento come sulle navi militari elleniche e romane con cui era possibile penetrare lo scafo nemico (speronare) creando una via d’acqua sufficiente a farlo affondare. Successivamente, già in epoca bizantina (a partire dal V sec d.C.), lo sperone militare fu realizzato fuori acqua, come sui dromoni e da questi sulle galee dove era utilizzato per colpire il palamento (l’insieme dei remi dell’unità) della nave nemica privandone del suo mezzo di propulsione più efficace.

Anche i successivi galeoni ne erano forniti pur assumendo principalmente il compito di sostenere il bompresso con le relative manovre fisse nonché luogo su cui trovavano posto i punti di mura dell’albero di trinchetto. Con lo sviluppo delle armi da fuoco lo sperone perse completamente la sua funzione offensiva per trasformarsi, inizialmente sulle galee, in passerella delle truppe d’assalto mentre sulle navi tonde divenne via via più contenuto con un numero minore di elementi.
Oltre ai vascelli, diretta evoluzione dei galeoni, ne erano dotate anche alcune unità minori, come gli sciabecchi, le tartane e i pinchi, assumendo nel lessico italiano di marina lo specifico termine di bàtalo, bitalò o bittalò, che in veneziano era più propriamente l’asta di fiocco delle tartane.

Riferendoci ai vascelli le parti costituenti tale struttura si possono così riassumere:
(2) gorgiera, grosso bracciolo non simmetrico di sostegno dell’intera struttura, il cui tratto più lungo è fissato alla faccia esterna della ruota di prora (1)
(3) tagliamare
, elemento costituito da più pezzi, collegato alla gorgiera, più sottile sul davanti allo scopo di fendere l’acqua durante la navigazione
(4) freccia, ciascuno dei due elementi, approssimativamente paralleli tra loro, posti su entrambi i bordi, necessari ad irrigidire il sostegno della polena
(5) riempitori, elementi massicci di completamento della struttura
(6) cappuccino, elemento angolare di chiusura superiore dello sperone, collegato alla ruota di prua e alla freccia superiore
(7) serpe, ciascuno dei lunghi pezzi di legno ricurvi superiori dello sperone, mantenuti in opera dalle voltigliole, più note come cani di serpe (8), vere e proprie seste, che irrigidiscono la struttura e costituiscono una sorta di parapetto dello sperone. Ciascun parapetto era denominato mezza soglia di serpe
(9) braccioli, curve dello sperone o delfini (dal fr. dauphins), due per bordo, applicati alle frecce, che per la particolare forma tridimensionale danno uniscono lo sperone al corpo del bastimento
(10) fregiata, detta anche frisata, dal veneto friso che è fregio o soglia dello sperone, ciascuna tavola ornata, una per bordo, posta tra le due frecce
(11) paramare, ciascun elemento di forma triangolare, posto sottostante i braccioli dello sperone così da raccordarne la forma allo scafo addolcendo l’urto dell’acqua in tale parte della prua
(12) gru del capone con relativo bracciolo di sostegno (13), impiegata nella manovra dell’ancora
(14) bompresso
(15) trinche del bompresso
(16) polena
o figura
(17) gruetta o minotto, impiegata come buttafuori della mura della vela quadra di trinchetto, la più bassa dell’omonimo albero
(18) ornamento
(19) occhi di cubia
(20) difesa delle cubie
, bottazzo necessario a proteggere gli occhi dallo sfregamento provocato dalla gomena dell’ancora
(21) braccio della polena, uno per bordo, quale ulteriore sostegno della struttura della polena

Nella seconda metà dell’800 lo sperone, come arma di offesa, trovò un nuovo breve periodo di impiego nella tattica navale favorito dalle maggiori velocità delle navi da battaglia a vapore e dagli scarsi effetti delle armi da fuoco sulle nuove navi da battaglia, le corazzate, come si ebbe modo di comprendere durante la battaglia di Lipsia del 1866, in cui la SMS Erzherzog Ferdinand Max speronò la corazzata Re d’Italia che in non più di due o tre minuti affondò causando 383 morti. I primi arieti corazzati comparvero negli Stati Uniti, durante la Guerra Civile Americana (1861-1865) ed il loro uso tramontò alla fine degli anni ottanta dell’800 con l’avvento dei siluri.
Se pochi furono i combattimenti in cui fu impiegato tale nuovo tipo di sperone, numerosi furono gli incidenti da esso provocati come quello che accadde il 22 giugno 1893, durante un’attività di esercitazione nel Mediterraneo, quando la corazzata HMS Camperdown urtò con l’ariete la HMS Victoria mandandola a fondo con 358 morti, incluso il viceammiraglio Sir George Tryon.

Nell’odierna terminologia con il termine sperone si indica quel grosso bulbo di prua capace di alterare la forma d’onda che scorre lungo lo scafo con benefici sulla resistenza e sulla stabilità e che è tipica di grosse navi che navigano per lo più ad una velocità pari o di poco inferiore alla velocità massima.

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